MAXIMO PELLEGRINETTI
Nasce nel 1960.
Attualmente è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano),dove per molti anni è stato Direttore del Dipartimento di Scultura e dove insegna dal 1999 dopo aver ricoperto altri incarichi d’insegnamento presso le Accademie di Palermo, Macerata e Carrara.
Al momento riveste il ruolo di Presidente di Magma Cultural Association.
Dal 1980 ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero, i suoi lavori si trovano in collezioni private e pubbliche in Italy, France, Germany, Belgium, China, Japan, Korea, Taiwan,Kazakistan, India and USA.
Numerose sono le sue partecipazioni come presidente e commissario nelle Accademie di Belle Arti, in concorsi pubblici dedicati alle arti visive e in conferenze sui temi legati alla valorizzazione della cultura e dell’arte.
Negli ultimi ha pubblicato una serie di racconti brevi quali Bestiario I ( Lui e l’animale) 2016 Meta Edizioni – Bestiario II ( Animali tra gli altri) 2016 Meta Edizioni – “La parabola del sasso” Prospero Editore 2018 .
La sua opera, sempre attenta al dibattito dell’arte contemporanea e arricchita delle sue continue esperienze all’estero, è caratterizzata da un forte spirito di ricerca orientato verso materiali e soluzioni stilistiche polivalenti.
Vive e lavora tra Milano e Pietrasanta.
Nell’opera di Massimo Pellegrinetti c’è come un’interruzione all’interno dell’evoluzione della natura stessa della materia o dello stile, che porta a una ridefinizione dell’immagine.
Una rappresentazione armoniosa, bella appunto, ma anche turbata dall’artista che decide volutamente di segnare o censurare alcune parti della sua opera, creando così un focus su quella bellezza assente, su quella mancanza, su quella violazione rispetto all’opera che la natura ha creato. L’assenza diventa così presenza.
La tendenza al bello può così condurre a una forma di super-finzione, di artificialità che si muove con la sostituzione anche dell’immagine reale con quella fotografica o realizzata attraverso l’utilizzo di altri elementi che tendono a imitare i materiali lapidei.
Emerge un percorso alla scoperta della bellezza nell’arte contemporanea e all’esperienza di bellezza come qualcosa che accade e che offre a chi la guarda una consapevolezza nuova.
Pellegrinetti genera il suo spazio tramite pochi segni, riconducibili al suo percorso di scultore in cerca della terza dimensione. Si tratta di una bellezza, rintracciabile in dettagli e in situazioni in cui la nostra memoria, l’immaginazione, la sperimentazione ci aiutano a restituirle un significato universale, seppur attraverso canoni soggettivi o immagini simboliche come quella della casa che si ripetono con una certa costanza.
Pur condividendo l’idea Hegeliana che stabilisce il primato dello spirito sulla materia, per l’artista l’idea, il pensiero non è in opposizione alla materia ma ne diventa lo stadio più elevato.
l’idea, il pensiero non è in opposizione alla materia ma ne diventa lo stadio più elevato.
L’intera serie di opere realizzate negli ultimi anni riguardano l’essenza stessa della materia, nel suo essere e apparire. Si tratta di una presa di visione esplicitata e proclamata che cambia la natura del riconoscimento, dell’identificazione modificandone le aspettative. L’invisibile diventa visibile, ciò che prima era occultato o dimenticato, privo di considerazione diventa così il centro di qualunque aspettativa estetica.